Andrea e Daniel – Matrimonio Ebraico a Villa di Maiano Firenze
Finalmente il matrimonio di Andrea e Daniel e’ stato pubblicato sul Junebug Weddings Photobug e così’ posso pubblicarlo anche io qui sul mio blog personale. In poche parole, il loro matrimonio e’ stato fantastico. Punto. Dalla preparazione alla festa di notte. Loro due sono una coppia molto bella, si amano veramente, questo si vede in ogni occasione. Andrea e’ una pediatra, Daniel e’ avvocato, vivono a Londra e hanno voluto sposarsi in una citta’ molto importante e ricca di cultura. Non c’è ne sono tante al mondo e alla fine hanno scelto Firenze.
Come si potrà vedere hanno celebrato un matrimonio ebraico, si vede dalla Kippah (è il copricapo usato correntemente dagli Ebrei osservanti maschi principalmente all’interno dei luoghi di culto, anche se i più religiosi la indossano anche durante la vita quotidiana; è uso degli ebrei osservanti coprire comunque il capo in segno di rispetto verso Dio, e a tale scopo un qualsiasi copricapo è adatto. Grazie, Wikipedia.) A chi interessa sapere qualcosa in più sul matrimonio ebraico troverà informazioni in fondo della pagina.
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È necessario contattare il rabbino tre mesi prima della cerimonia. La fidanzata assisterà a delle riunioni con la moglie del rabbino e sarà purificata prima del matrimonio attraverso la Mitzvah della Tevilah nel Mikvé (alcuni esponenti dell’Ebraismo ortodosso consigliano la Tevilah prima della celebrazione del matrimonio anche a colui che sarà sposo). Il matrimonio ebraico richiede un estratto dell’atto di nascita, un atto di matrimonio dei genitori e lo stato di famiglia. Assume particolare significato pubblico e privato, è alleanza fra due persone umane con la partecipazione di Dio. Quindi socialmente rappresenta il patto tra Dio e il Popolo ebraico. Il matrimonio avviene in due momenti: il Qiddushin e il Nessu’in. Deve essere necessariamente preceduto dal “contratto matrimoniale Kettubah”, con la funzione di fissare gli obblighi del marito nella realizzazione della vita coniugale e familiare, e prevede la costituzione della dote per la donna. La prima fase, il Qiddushin, s’incentra sul dono dell’anello dello sposo alla sposa – o del dono di una moneta d’oro – alla presenza di due testimoni, sulla recitazione della formula matrimoniale e sulla recitazione delle benedizioni. La seconda fase, Nessu’in, è invece costituita dalla benedizione del vino e della libagione di esso da parte degli sposi in apposite coppe per iniziare la coabitazione. Nei movimenti ebraici moderni le due fasi si sono unificate.
Anticamente lo sposalizio avveniva tramite la relazione intima tra sposo e sposa o con la donazione dell’anello e l’atto di metterlo al dito.
Nella religione ebraica, quando stabilito provvidenzialmente da Dio, il matrimonio tra cugini può essere effettuato; secondo la provvidenza divina dell’incontro tra individui destinati l’una all’altro, anche tra nipote e zio; non tra zia e nipote (sono proibite tutte le relazioni intime vietate nella Torah).
Nel periodo storico dei Patriarchi ebrei la condizione spiritual-materiale, nonché divina sul Mondo, fu differente prima del dono della Torah quindi il matrimonio tra figli dello stesso padre ma non della stessa madre, come nel loro caso, aveva valenza differente (l’unione poi dei figli di Adamo ed Eva è ancora un altro caso, oggi ovviamente non permesso); questo principio valse anche per Giacobbe che ebbe come spose anche Lia e Rachele, appunto sorelle: entrambi casi che poi furono proibiti definitivamente.